10 Libri Che Ho Letto a Giugno 2020

Tiziano Boccacini
12 min readNov 9, 2020

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Messina, setting di Much ado about nothing, opera di Shakespeare.

Se fossi in tempo con il ritmo stabilito a inizio anno, starei scrivendo queste recensioni l’ultimo giorno di giugno, invece sono le ore 21 del 7 novembre.

4 mesi e 7 giorni di ritardo… La mia missione di leggere 120 libri nel 2020 è ora seriamente a rischio fallimento.

A giugno, terminato il lockdown più severo, con il ritorno ad una pseudonormalità, sono andato a Lugano. Pensavo di rimanerci qualche giorno, ma, compreso un pellegrinaggio ad Einsiedeln ed un’esperienza di lavoro agricolo a Wisen, ho passato tutta l’estate in Svizzera.

Le mie uniche vacanze fuori dal territorio elvetico sono state cinque giorni a Roma. Questa stagione ho visto il mare solo una volta, visto si fa per dire, perchè era di notte, a ferragosto, sulle spiagge di Sabaudia.

Ho anche avuto modo di frequentare un po’ Locarno, vista per la prima volta dall’alto, sulla cima del monte Gambarogno, ballavo al tramonto con un gruppo di trentenni esperti di… Divertimento sano.

I 10 libri che sto per recensire mi hanno dunque accompagnato nei viaggi estivi e hanno fatto da arredamento (a bordo letto) delle mie due dimore luganesi, una a Paradiso e l’altra a Comano.

Vista l’alta concentrazione di esperienze mondane vissute, con il relativo consumo di facoltà celebrali, guidato da stimoli anche molto dispersivi, si dà il caso che queste 10 letture siano state le più lunghe dell’anno, avendoci impiegato 3 mesi e 17 giorni.

L’unico sollievo al mio disappunto è stato che durante questi mesi, uscendo quasi tutti i giorni alla ricerca di compagnia, ho incontrato molte persone e in certi casi sono nate delle nuove amicizie.

E dunque, passiamo alle benamate recensioni.

Sulla modalità di recensire.

Le recensioni di questo mese saranno brevi, quasi come quelle del mese scorso. La struttura rimane la stessa, ovvero:

  • Si inizia con il nome dell’autore in grassetto, seguito dal titolo dell’opera nella lingua in cui l’ho letta.
  • Ho alternato foto degli autori a foto riguardanti più in generale il libro e i suoi contenuti.
  • Segue un breve commento generale dell’opera.
  • Concludo con una citazione dal testo, tra virgolette in corsivo, riportata nella lingua in cui ho letto l’opera.
  1. Julius Evola — Tre aspetti del problema ebraico

Un libricino di sole 72 pagine, denso di filosofia esoterica sul tema dell’ebraismo, o del “problema ebraico”. Premessa dell’autore infatti è che l’antisemitismo sia un motivo che ha accompagnato quasi tutte le fasi della storia occidentale. La disamina delle ragioni vere di tale questione viene contestualizzata in tre diversi aspetti o “mondi”. Si inizia con il mondo spirituale, in cui vengono poste le basi per comprendere l’origine dell’opposizione tra lo spirito ariano e quello semitico. La differenziazione viene condotta con l’appoggio delle teorie di filologi e storici quali il Bachofen, con le sue geniali intuizioni sull’antagonismo fra civiltà <<solari>> (uraniche) e civiltà <<lunari>> (o telluriche), fra società rette dal principio virile e società rette dal principio femminile-materno (ginecocrazia). Segue una spiegazione sul fondamento di alcune teorie o sulle confusioni che hanno dato adito a estremismi riguardo al problema ebraico nel mondo culturale. Questa parte si riferisce specialmente dall’ideale di conquista del mondo proprio all’Ebreo, si prende in esame il primo dei due principali strumenti prescelti: l’intelligenza. Nella terza parte si indagano e si rettificano le visioni riguardanti il secondo strumento di dominio ebraico, il denaro; ed è qui che si entra nella parte del libro più legata alla storia recente, al nazismo, al bolscevismo e alle forze capitalistiche che hanno plasmato l’Europa fino a diventare ciò che conosciamo oggi. Il libro si conclude con due capitoletti altrettanto interessanti, dal titolo “Psicologia criminale ebraica” e “Gli ebrei e la matematica”.

“ Esiste, in genere, una visione del mondo, della vita e del <<sacro>> specificamente semitica? Questo è il punto fondamentale. ”

2. David Ricardo — Valore assoluto e valore di scambio

Si tratta di un uomo che rifletteva sull’economia come farebbe un filosofo, partendo da concetti ampi, appartenenti al mondo delle idee, per poi arrivare a considerazioni pratiche. Ritenuto uno dei principali esponenti della scuola economica classica, nasce e muore in Inghilterra a cavallo tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800. In questo breve trattato Ricardo si chiede se esista una misura del valore assoluta, indipendente da qualsiasi variazione legata a circostanze mutevoli. Così come il metro serve a stabilire oggettivamente e invariabilmente la lunghezza, secondo l’autore sarebbe utile trovare un metodo per poter assegnare ai beni un valore che non cambi nel tempo. Dopo una serie di riflessioni coronate da esempi pratici Ricardo conclude, a differenza di altri economisti quali Malthus, le cui soluzioni vengono da lui giudicate parziali, che una perfetta misura del valore, poste le caratteristiche reali dell’economia, sia impossibile da stabilire.

“ Quindi se scegliessimo i gamberi come misura per il valore di tutte le cose, la stoffa ed il vino scenderebbero benché niente sarebbe cambiato nelle circostanze in cui sono prodotti, né per il lavoro né per gli anticipi. ”

3. Andrea Ferrari — H

Il titolo di questo romanzo, semplicemente “H”, corrisponde al nome di un’isola misteriosa. L’autore Andrea Ferrari si è ispirato ad un’isola esistita realmente e di cui parla al-Dimashki, mistico vissuto a Damasco a cavallo tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo, nel suo Selezione delle mirabilia della terra e del mare. L’intreccio narrativo segue le vicende di diversi protagonisti, che mostrano punti di vista apparentemente distanti, che vanno via via avvicinandosi convergendo verso un centro magnetico e geografico, H. Il sogno è l’elemento ricorrente, a cui corrisponde il tema del risveglio, affrontato sia sul piano pratico, con il romanticismo di una voce femminile soave che dà inizio alle mattine di Marcel, sia nei risvolti più oscuri ed esistenziali con le prigioni interiori di Xavier. L’angoscia psichica si mischia a storie di unioni fatali legate a luoghi e gesti prestabiliti; con questo alternarsi prende vita un ritmo ciclico di routine giornaliere, come le telefonate mattutine di Marcel, e tradizioni stabilite nei decenni, maledizioni d’amore che tramandate da madre a figlia. Leggendo, cambia l’impressione del tempo, che assume una nota ora nostalgica ora di suspence. Ammalia il gioco di contrasti, tra la fretta di chi vuole assecondare una voglia e ha l’ardire di pretendere e chi invece soffre di grave spaesamento, ignorando l’ordine delle mosse necessarie a superare l’angusto enigma della verità del reale.

“ << Ma come fate? >>, domandò lei diventando seria. <<Non lo so. Credo che abbia qualcosa a che vedere con quello che gli altri si aspettano. Io raccolgo delle piccole parti di realtà, dei riflessi, e li incollo, e devo essere piuttosto bravo a incollarli, o a scegliere i frammenti da mettere insieme, perchè alla fine tutti credono di vedere quello che si aspettano… 🦯>>. ”

4. Ananda K. Coomaraswamy — Tempo ed Eternità

Questo prolifico autore è considerato uno dei più grandi filosofi tradizionalisti d’inizio ‘900, fu un profondo studioso delle religioni, dell’arte sacra e dei miti antichi. Viene persino riconosciuto da René Guénon come un “eminente collaboratore”. Tempo ed eternità è considerato il suo testamento spirituale, si tratta degli appunti di una vita che egli raccolse in forma di libro solo pochi mesi prima di morire. Il volume è suddiviso in cinque capitoli, ciascuno si riferisce agli insegnamenti sul tempo e sull’eternità secondo la concezione di una delle seguenti dottrine o religioni: Induismo, Buddhismo, Grecia classica, Islam, Cristianesimo e pensiero moderno. Il testo è molto complesso, poco scorrevole e difficile da comprendere sia per l’elevatezza del tema centrale, la trascendenza della ragione, che per l’organizzazione dei contenuti, costantemente frammezzati da citazioni di antichi maestri e testi sacri, selezionate ed euruditamente tradotte dal Coomaraswamy esoterista e filologo.

“ Le cause non operano mai a distanza, ma sono presenti quando e dove sono visibili i loro effetti. Le conseguenze delle azioni passate restano sempre latenti sino a che non sorgano le condizioni nelle quali possano operare. ”

5. Osho — The path of love

Che dire di questo ennesimo libro di Osho, letto in inglese? Ricchissimo. Il testo è organizzato in brevi domande e lunghe risposte, queste sono la trascrizione orale di ciò che il maestro raccontava durante le sue conferenze. Nonostante il titolo, i temi trattati sono molteplici, per citarne alcuni: la religione, il sesso, il matrimonio, l’oriente e l’occidente, la natura della mente, il corpo, la donna, il Buddha, il potere, il denaro, i rituali, la rabbia, l’ambizione. Sono indicazioni preziose, formule di saggezza che si dimenticano facilmente, ma ciò che si ricorda a lungo è la fragranza dell’espansione sperimentata durante la lettura.

“ If you think about the world you cannot listen to me, you cannot understand me. Religion is a byproduct of affluence; it is a luxury. ”

6. Gigi Manetti e Cristina Sala — Alle radici dell’agricoltura

I due autori, nella loro esperienza agricola trentennale, hanno tentato di massimizzare intelligentemente non solo la produttività, ma la biodiversità del coltivato, su una superficie di 5,7 ettari di cui 2,1 a orto, 2,6 a frutta e il resto a olivo e vite per uva da tavola. I loro terreni si trovano sulle colline biellesi, a 400m di altitudine. A partire dalla fine degli anni ’70 hanno iniziato una serie di esperimenti partendo dalle idee del movimento biologico, che andava affermandosi in reazione alle trasformazioni sconvolgenti delle cosiddette innovazioni della grande industria. Erano gli anni in cui si imponevano anche in Italia le nuove soluzioni chimiche di concimazione e diserbo, insieme alla riorganizzazione delle coltivazioni, sempre più grandi ed incentrate su monocolture di varietà ibride, assenti nel nostro territorio fino a pochi anni prima. Mentre la produzione su larga scala diventava regola ed il biologico avviava una resistenza all’impiego massiccio della chimica sui prodotti agronomici, Cristina e Gigi espandevano con passione la loro conoscenza, arrivando a trovare sistemi sempre più in linea con l’approccio non interventista, a favore di una produzione che non solo era già in linea con i nuovi standard del “biologico”, ma risultava più sana, forte e gustosa. Infatti, nonostante l’impegno nell’utilizzare sostanze naturali, nel biologico l’aratura, la letamazione, l’irrigazione e la rotazione avvengono in un modo che, secondo la loro esperienza, destabilizza l’equilibrio naturale dei microbi aerobi ed anaerobi presenti nei diversi strati del terreno e dei processi di micorizzazione delle radici, il tema centrale delle indagini scientifiche presentate in questo libro.

“ Le piante spontanee, a differenza di quelle coltivate, sono più resistenti alle fitopatologie e contengono più principi attivi e di migliore qualità. ”

7. Julius Evola — Indirizzi per una educazione razziale

Ho letto questo libro nei miei spostamenti sotto il sole, a piedi o sul bus, tra Paradiso e Lugano. Associo infatti queste pagine “iperboree” all’incantevole vista sul lago, con i suoi riflessi dorati ed il caldo luminoso e fresco che fa venir voglia di stare all’aperto e nel verde tutto il giorno. Essendo “indirizzi per una educazione”, non solo sono preambolo di una conoscenza ben più vasta, ma fungono da indice articolato di questo sapere, in cui si ritrovano tutti i temi più antichi sulla differenziazione qualitativa dell’essere umano. Mentre la contemporaneità si affretta acriticamente a bandire ed abbattere ogni residuo di questo studio, Evola ai tempi del fascismo promuoveva un’educazione in tal senso, specialmente ai ragazzi nelle scuole. Anziché opporsi al fanatismo violento di regime e alla ideologia nazista con teorie opposte e contrarie altrettanto prive di fondamento, la diffusione di tali argomenti, su di un piano neutro e spoliticizzato, doveva partire, secono l’autore, da alcune essenziali linee guida storiche, volte a rettificare la visione dell’uomo riguardo le sue origini. Il proposito di Evola era che l’individuo italiano, in particolare, potesse apprezzare più consapevolmente le sfaccettature della forza dell’identità, oltre la genetica; riconoscersi e comprendersi attraverso il significato interiore, anche di là dall’apparenza fisionomica, della razza.

“ Soprattutto nei riguardi della cultura e della <<razza dell’anima>>, corrispondenti ad un dominio intermedio fra corporeità e pura spiritualità, la necessità di definire e difendere certe frontiere interiori è senz’altro da riconoscersi, perchè la <<chiusura>> che ne consegue è, goethianamente, quella di un limite creatore anziché paralizzatore; di un limite che non sbarra la via verso l’alto, bensì quella verso il basso, verso una promiscuità subrazziale e in fondo, anche subpersonale, facilitante ogni processo di snaturamento, di disgregazione e di lacerazione interiore. ”

8. Sri Aurobindo — Pensieri e aforismi

In 350 pagine sono distribuiti 541 “aforismi”, perle di saggezza scritte da Aurobindo nei suoi appunti, frasi condensate dal tono profetico, caratteristiche dello stile filosofico poetico dell’autore. Questi pensieri, enigmatici e talvolta oscuri, lasciano molto spazio all’immaginazione. L’editore li ha abbinati alle domande che venivano poste dai discepoli dell’ashram alla Madre, Mirra Alfassa, che interrogata sulle parole di Aurobindo riporta, nei dialoghi trascritti, la sua interpretazione, resa ancora più viva dal racconto di esperienze vissute. L’ispirazione di queste pagine è di alta levatura, riporta costantemente all’assoluto, alla relatività cosmica del bene e del male, all’evoluzione della coscienza dell’uomo che si prepara ad entrare nella volontà divina.

“ Se si ascoltassero certe persone devote, si potrebbe credere che Dio non rida mai; Heine era più vicino alla verità quando scoprì in Lui il divino Aristofane. ”

9. Enrico Malverti (et al.) — Fintech, la finanza digitale

Libro che ho comprato 2 anni fa attratto dall’apparente qualità editoriale, sorpreso dall’esistenza di una pubblicazione italiana dedicata al Fintech, vista la scarsa diffusione di questa materia in Italia. Rispetto alle innovazioni che tratto, questa lettura è risultata piuttosto noiosa, non tanto perchè sia un volume pensato per principianti, anzi più di metà libro scende in dettagli tecnici quasi fosse un manuale d’istruzioni di software, ma la povertà dei contenuti, per non parlare della scrittura, è rintracciabile in più aspetti. Innanzitutto nell’introduzione generale al panorama Fintech si pone l’accento solo su determinati aspetti delle tecnologie finanziarie, probabilmente quelle di cui gli autori hanno esperienza diretta, mentre si menzionano soltanto o si ignorano del tutto altre questioni che sarebbero altrettanto, se non maggiormente, importanti nel settore. Non vien fatta sufficiente contestualizzazione storica, economica e critica sulla digitalizzazione della finanza, pare sia data per scontata; si ha l’impressione che gli autori siano dei venditori che propongono una soluzione informatica alle banche. La parte tecnica, convenientemente allungata con troppi grafici di scarso interesse, sembra la pubblicità di tecniche di trading vincenti, che credo lasci abbastanza scettici gli addetti. Il software presentato non è un buon esempio di sistema all’avanguardia, né dal punto di vista dell’interfaccia grafica, né della facilità d’uso intuitiva e della possibilità di programmare gli algoritmi di intelligenza artificiale. Mi è scaduta Hoepli.

10. Giacomo Bohme — La rinascita della natura e l’esoterismo rosacruciano

Questo è l’ultimo libro che ho finito di leggere, da una bellissima edizione Bastogi, praticamente l’opposto di Hoepli, introdotta e commentata da Carlo Gentile. I miei occhi e la mia voce hanno metodicamente letto dall’inizio alla fine, ma non si può dire che io abbia compreso neanche il 50%. Bohme (1575–1624) è stato uno tra i più importanti mistici cristiani, era figlio di contadini e lavorava come calzolaio. Fu influenzato in gioventù dalla lettura di maestri quali Paracelso e Meister Eckhart e iniziò a scrivere solo verso gli ultimi anni della sua vita, dopo alcune rivelazioni interiori. Le sue parole sono precise come la scienza alchemica, belle come la poesia visionaria, ermetiche come una perla nascosta, gloriose e pietistiche allo stesso tempo. Solo alcune frasi hanno penetrato a fondo la mia coscienza, facendo risuonare quei campanelli interiori pronti ed esser vibrati dall’aurora di una speciale intuizione. Per il resto, per quanto la mia mente si sforzasse, e forse proprio a causa di questo sforzo, il messaggio restava velato, dietro il linguaggio gnostico, riferentesi ai pianeti e agli elementi, nella pia missione di Bohme di condurre “gli eletti” verso la comprensione del Gran Mistero.

“ … poi si dà al centro del frutto e trasforma in dolcezza l’austerità primitiva. È la maturazione. ”

Con Osho e i germogli di lenticchie, Settembre 2020, Comano.

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Tiziano Boccacini

Before the need to change ask yourself these two simple questions: 1) Why am I here? 2) Is it worth to stay? Vivere all’insegna dell’omeostasi