Stalking John Law
Appunti in ordine cronologico sulla vita di John Law, presi leggendo il libro “Men of Wealth: The Story of Twelve Significant Fortunes from the Renaissance to the Present Day” John T. Flynn
Nato ad Edimburgo nell’aprile del 1671, John Law crebbe in un periodo di rapidi cambiamenti economici e sociali. La sua vita, caratterizzata da un misto di avventura e ingegno finanziario, ebbe inizio in una Scozia ancora lontana dalle dinamiche del capitalismo moderno.
Nonostante le sue origini, Law non rimase a lungo in patria. Si trasferì a Londra, dove la sua vita prese una svolta inaspettata. Qui, a causa di un duello vittorioso per ragioni sentimentali, uccise il dandy inglese Beau Wilson il 9 aprile del 1964. Questo tragico evento lo portò in prigione. Tuttavia, la sua detenzione non durò a lungo, poiché riuscì a evadere e a fuggire ad Amsterdam nello stesso anno.
Amsterdam, all’epoca, era un crogiolo di innovazioni finanziarie, ospitando una delle prime banche centrali del mondo, la Bank of Amsterdam. Law, affascinato dal mondo della finanza e dotato di una mente acuta per i numeri, si immerse in questo ambiente. Qui, sviluppò un interesse per il gioco d’azzardo, diventando un abile giocatore professionista. Questa esperienza gli fornì una comprensione unica dei rischi e delle opportunità legati al denaro.
Nel 1700, all’età di 29 anni, Law fece ritorno in Scozia. Lì, propose la creazione di un Consiglio di Commercio, delineando i suoi piani e le sue teorie finanziarie. Tuttavia, nonostante la sua passione e il suo impegno, le sue idee furono respinte.
Non demoralizzato, Law continuò a diffondere la sua teoria finanziaria in tutta Europa per i successivi 14 anni. La sua visione era incentrata sulla convinzione che il sistema economico fosse soffocato da una fornitura insufficiente di denaro. Integrò questa teoria con la sua abilità nel gioco d’azzardo, vincendo spesso somme ingenti.
La vita di Law non era tutta lavoro. La sua routine quotidiana era varia e stimolante: al mattino speculava sui mercati azionari, trascorreva i pomeriggi nei parchi, e la sera frequentava teatri, opere, balli e sale da gioco. Era un uomo di cultura, apprezzato nei circoli sociali per il suo ingegno e la sua eleganza.
Nel 1705, Law pubblicò un altro libro in Scozia, “Money and Trade Considered: with a Proposal for Supplying the Nation with Money”. Quest’opera era un’analisi innovativa delle relazioni tra denaro, commercio e politica economica. Purtroppo le sue idee furono rifiutate dalle autorità e dai circoli finanziari in Scozia, che ne impedirono la sperata implementazione.
Tuttavia, la sua persistenza fu ricompensata nel 1708, quando si trasferì a Parigi. In Francia, entrò in contatto con figure influenti come il Duc D’Orleans, Desmarets, Louis XIV, Samuel Bernard e il Duc de Saint Simon. Anche se inizialmente queste personalità gli dissero di no, Law riuscì gradualmente a guadagnarsi la loro fiducia e il loro interesse.
Nonostante questi successi, la vita di John Law non fu esente da difficoltà. Morì povero a Venezia, lontano dalla terra che lo aveva visto nascere e crescere. La sua storia è una testimonianza delle turbolenze e delle opportunità dell’era in cui visse, un periodo di transizione tra il vecchio mondo feudale e l’alba del capitalismo moderno.
Proseguendo dalla sosta di John Law a Parigi nel 1708, la sua vita prese una svolta ancora più avventurosa e cosmopolita. Dopo aver avviato dialoghi significativi con figure di spicco a Parigi, Law decise di continuare i suoi viaggi attraverso l’Europa. Questi viaggi non erano solo un’espressione della sua naturale inclinazione alla curiosità e all’avventura, ma erano anche mosse strategiche per esplorare opportunità economiche e stabilire contatti influenti.
Nel corso dei suoi viaggi, Law visitò vari centri culturali e finanziari dell’epoca, tra cui la Germania, Genova, Firenze, Venezia e Roma. Ogni città offriva un’opportunità unica per osservare diversi sistemi economici e finanziari, permettendo a Law di affinare ulteriormente le sue teorie e strategie.
Un momento saliente di questi viaggi avvenne nel 1711 a Torino. Qui, Law ebbe l’opportunità di incontrare il Duca di Savoia Vittorio Amedeo II, che due anni dopo sarebbe diventato Re di Sicilia con la pace di Utrecht. Questo incontro fu notevole, poiché Vittorio Amedeo II era una figura importante in Europa, noto per il suo acume politico e militare. L’incontro tra Law e il Duca sottolinea l’importanza che Law aveva raggiunto come esperto finanziario e il suo crescente impatto sugli affari europei.
Questi incontri e viaggi contribuirono significativamente al bagaglio di esperienze e conoscenze di Law, preparandolo per il suo ritorno in Francia. Lì, le sue idee avrebbero trovato terreno fertile, portando alla creazione della Banque Générale e al suo controverso Sistema di Law, che avrebbero lasciato un’impronta duratura sull’economia francese e sulla storia finanziaria europea.
Segue un estratto da un forum numismatico, sulla fondazione dell’Istituto di Credito “Banque de Turin” :
Verso il 1710 John Law vive a Parigi, ma il soggiorno nella capitale francese è spesso interrotto da numerosi viaggi all’estero, soprattutto in Olanda e Germania, ma anche nella penisola italiana, alla Corte Sabauda. Ed è nel corso di uno di questi viaggi che, nella primavera del 1711, ottiene udienza privata dal Duca Vittorio Amedeo II, al quale presenta un progetto organico relativo alla creazione di una Banca di Stato con funzione di emissione di cartamoneta: si tratta di un insieme di documenti, conservati presso l’Archivio Storico di Torino, nei quali John Law espone in modo organico i fondamenti della sua teoria monetaria. Alle numerose relazioni, il banchiere inglese aggiunge anche lo schizzo di una ipotetica banconota, schizzo ritrovato dal sottoscritto nell’Archivio di Stato di Torino: la prima banconota italiana, ma anche una delle prime banconote europee.
Il progetto che John Law sottopone a Vittorio Amedeo II presenta molti punti in comune con quello che, cinque anni più tardi, avvierà a Parigi con il sostegno del Duca d’Orléans. In esso si ipotizza la creazione di una Banca di emissione con funzione anche di Tesoreria e di Ufficio Imposte: tale Istituto di credito — chiamato Banque de Turin in un documento di poco posteriore — è concepito nella forma di Società per azioni nella quale John Law riserva per sé il 10% del monte azionario.
Il Duca Sabaudo avrebbe dovuto consegnare a questa Banca un capitale costituito sia dal Tesoro dello Stato, sia dai futuri introiti assicurati dalle tassazioni, ricevendone in cambio un uguale importo di biglietti di credito al portatore. Questi biglietti avrebbero potuto essere utilizzati dall’erario per effettuare i propri pagamenti, oltre ad accettarli in pagamento delle imposte dovute, e la Banque de Turin li avrebbe cambiati a vista con numerario metallico ogni qual volta fosse stato richiesto. L’importo complessivo dell’emissione cartacea prevista dal Law fu molto contenuto: esso, infatti, avrebbe dovuto essere di solamente un milione di lire e, quindi, il suo impatto sulla circolazione (il numerario metallico all’epoca è di alcune decine di milioni di lire) sarebbe stato certamente non traumatico. Queste banconote avrebbero dovuto essere stampate nei tagli da 10, 100 e 1000 lire, numerati e firmati ad uno ad uno. In effetti il limite di un milione non fu ritenuto invalicabile, ma si sostenne l’opportunità di rilasciare biglietti di credito nella misura in cui risultassero necessari all’espletamento delle attività commerciali, ma sempre per un ammontare non superiore a quello del numerario metallico depositato presso la Banca medesima dal Tesoro e dai privati cittadini.
Nel suo progetto John Law non riteneva necessario né opportuno ricorrere ad una circolazione forzosa dei biglietti di credito: stimava, infatti, che “ognuno, dopo aver visto che il cambio funziona scrupolosamente, sarà felice di accettarli e li preferirà al metallo. […] La grande comodità dei biglietti in confronto alle specie metalliche li farà preferire [… ed] il credito sarà tanto più grande, e quindi la solidità dell’Istituto tanto maggiore, quanto minore sarà la coercizione”.
John Law trovò nel Duca Sabaudo un interlocutore attento e competente, ma prudente e pronto ad ascoltare anche il parere dei suoi consiglieri. Alcuni storici affermano, senza indicarne la fonte, che Vittorio Amedeo avrebbe congedato il finanziere scozzese affermando di non essere “abbastanza ricco da farsi rovinare da lui”. Affermazione che, in effetti, sembra poco credibile: non solamente perché la documentazione di John Law venne integralmente conservata insieme a numerose relazioni di diversi esperti i quali, per incarico del Duca, analizzavano e valutavano l’opportunità e la fattibilità della proposta, ma soprattutto perché a questo primo contatto ne seguirono altri, epistolari, che si protrassero per almeno cinque anni.
Nel 1713, il Duca Vittorio Amedeo II, allo scopo di ottenere il titolo di Sovrano e di essere riconosciuto come tale dalle Case Regnanti europee, accetta la nomina a Re di Sicilia, lascia Torino per trasferirsi a Palermo, e il progetto con Law subisce una inevitabile sospensione.
Dal 1712 al 1715 Law gira per l’Europa allo scopo di perfezionare il suo progetto e, nell’aprile del 1715, arriva a Parigi, avendo a disposizione tutta la sua ricchezza mobile, rappresentata dall’enorme somma di 1.500.000 Livres.
La Rapida Ascesa di Law a Parigi
Nel periodo successivo al suo ritorno a Parigi, John Law guadagnò una posizione di grande influenza nella società e nell’economia francese. Un evento significativo fu l’ammissione di suo figlio a cena con il giovane Luigi XV, indicando l’alta considerazione di cui godeva Law presso la corte. Inoltre, Law si convertì al cattolicesimo, una mossa che gli permise di assumere la carica di Controllore Generale delle Finanze in Francia.
Poco dopo il suo arrivo, Law assistette alla morte di Luigi XIV il 1° settembre 1715, un evento che segnò la fine di un’era. I costi di Versailles, che ammontavano a 116 milioni di livres (rispetto ai 80 milioni raccolti annualmente in tasse), rappresentavano la dispendiosa eredità lasciata dal re. Prese il potere il Reggente Filippo d’Orléans.
Nelle casse dello Stato francese vi erano 700.000 Livres (meno della metà di quanto possieda Law) contro un deficit di 78.000.000 di Livres. Alla prima seduta del Consiglio delle Finanze si valuta che lo Stato non può far fronte ai pagamenti immediati, e Saint-Simon propone di dichiarare bancarotta. Poiché non è mai successo che uno stato europeo abbia adottato simile decisione, gli economisti di Corte cercano di prendere tempo, e si pone mano a nuove pesanti tassazioni con il solo risultato di far fuggire i capitali privati.
In questo frangente, in cui nessuno è in grado di suggerire una possibile soluzione, Law propone al Reggente il suo progetto, prospettandolo come soluzione per risanare le casse dello Stato, e afferma: “lo non domando del fido, intraprendo l’affare a mie spese dimodoché lo Stato non rischia alcunché”.
Il 2 maggio 1716 vengono firmate le lettere patenti e il 5 giugno 1716 la Banque Générale di John Law inizia ad operare.
Influenti personalità francesi come Chatelain, Crozat, Samuel Bernard e i fratelli Paris de Montmartel giocarono un ruolo importante nell’economia dell’epoca. Crozat, ad esempio, gestiva la Compagnia francese delle Indie Occidentali, che aveva ottenuto i diritti di commercio in Louisiana, ma non era direttamente coinvolta nel progetto immobiliare del Mississippi.
Nell’agosto 1717, John Law, dopo aver versato ingenti somme al Tesoro francese, ottenne le patenti per la creazione della Compagnia dell’Occidente. Questa compagnia, con una prima emissione di azioni di 100 milioni di livres, fu incaricata di sviluppare le colonie francesi in Nord America, in particolare la Louisiana. Le azioni furono rapidamente sottoscritte, generando un’euforia borsistica che coinvolse molti parigini.
Law, sotto il suo Sistema di Law, iniziò a espandere il suo impero commerciale acquisendo e fondendo altre compagnie dal 1717 al 1719. Una di queste compagnie fu quella precedentemente gestita da Crozat. In seguito a queste acquisizioni, la Compagnia dell’Occidente fu rinominata Compagnia del Mississippi e infine divenne nota come Compagnia delle Indie, unificando il commercio di diverse regioni sotto un unico controllo.
La Compagnia del Mississippi, nata dalla fusione della Compagnia dell’Occidente con altre compagnie commerciali, divenne un’enorme impresa monopolistica. Questo portò a una speculazione finanziaria senza precedenti, nota come la ‘Bolla dei Mississippi’. Il valore delle azioni della Compagnia del Mississippi raggiunse livelli senza precedenti, creando una bolla speculativa che ebbe ripercussioni significative sull’economia francese.
Nel dicembre 1718, la Banque Générale divenne la Banque Royale. Nel settembre 1719, Law annunciò che la sua compagnia avrebbe acquistato l’intero debito pubblico francese, un’idea simile a quella proposta da Roosevelt di utilizzare la Social Security Board per l’acquisto del debito pubblico.
Scoppio della Bolla
Le azioni della compagnia passarono da 500 a 18.000 livres prima dello scoppio della bolla, un aumento del 660%. La Rue Quincampoix divenne il centro dell’attività bancaria. Tuttavia, il 22 maggio 1720, la stabilità delle banconote fu compromessa, e il 10 ottobre 1720 fu emesso un editto che proibiva l’uso delle banconote della Banque Royale.
Nel 1720, scoppiando, la bolla aveva portato a un crollo del valore delle azioni e a una grave crisi finanziaria. Questo evento ebbe un impatto devastante sull’economia francese e sulla reputazione di Law. La sua caduta fu tanto rapida quanto la sua ascesa, fu commentata da Voltaire, che osservò come “un singolo straniero sconosciuto avesse giocato contro un’intera nazione”. Law fu costretto a lasciare la Francia alla fine del 1720, con la sua reputazione e le sue fortune gravemente compromesse.
Law si ritirò a Guermande il 10 dicembre 1720, e tutte le sue proprietà furono confiscate. Con la sua reputazione e fortuna gravemente danneggiate a seguito del crollo della Bolla dei Mississippi, cercò rifugio in altri paesi. Viaggiò quindi a Bruxelles, Venezia, Boemia, Germania e Danimarca.
Ultimi anni di Law, Londra e Venezia
Fu in questo contesto che ricevette un invito dal Primo Ministro britannico Sir Robert Walpole, un altro esperto di finanza e un ammiratore delle idee di Law. Accettando l’invito, Law si trasferì a Londra, dove visse dal 1722 al 1725. Durante il suo soggiorno in Inghilterra, mantenne una corrispondenza con il Duc de Bourbon, uno dei suoi contatti francesi.
Il periodo trascorso in Inghilterra fu un tempo di riflessione e di relativa tranquillità per Law, ma la sua situazione finanziaria rimase precaria. Con la morte del Reggente nel 1723, Law aveva perso anche quel sostegno finanziario che continuava a ricevere. Nonostante avesse una volta gestito enormi somme di denaro e influenzato economie nazionali, le sue fortune personali erano ormai gravemente compromesse.
Dopo aver lasciato l’Inghilterra nel 1725, Law trascorse alcuni anni viaggiando in Europa, visitando posti come Bruxelles, Copenhagen e Venezia. Scelse Venezia come suo luogo di residenza finale per diversi motivi. Venezia era all’epoca una delle città più ricche e cosmopolite d’Europa, un centro di commercio e finanza noto per la sua indipendenza e la sua tolleranza religiosa e culturale. Inoltre, Venezia non aveva legami diretti con i governi francese o britannico, offrendo a Law un rifugio relativamente sicuro e neutrale.
A Venezia, Law visse gli ultimi anni della sua vita. Nonostante avesse una volta goduto di fama e fortuna, si trovò a lottare con difficoltà finanziarie crescenti. Le sue fortune erano state consumate dalle turbolenze della sua carriera e dal lusso del suo stile di vita precedente. Alla fine, John Law morì quasi in povertà il 21 marzo 1729, a Venezia. La sua morte segnò la fine di una delle più straordinarie e tumultuose carriere nella storia finanziaria europea.
La storia di John Law a Parigi, dalla sua ascesa come architetto finanziario alla sua rovina dopo il crollo della Bolla dei Mississippi, è una delle più affascinanti e significative della storia economica. Le sue idee e le sue iniziative hanno lasciato un’eredità duratura, influenzando il pensiero economico e la prassi bancaria nei secoli successivi.
dal NY times :
The object of the mad desire was a banking and investment conglomerate that was supposed to enrich its shareholders by colonizing French territory in the vast Mississippi River basin. Frenzied speculation in the company’s shares, a Gallic parallel of the South Sea Bubble that puffed up the British market over the same period, generated so much paper wealth in Paris that the French coined a word for the newly rich hordes: “millionaire.’’
But, unfortunately for Law and the investors, few Frenchmen wanted to leave their Bordelais hamlets and Parisian slums for the distant, inhospitable wilderness. When the bubble burst in 1720, Law took many of the freshly minted millionaires down with him and reinforced the hard-money bias that the French bourgeoisie carried well into the 20th century. The company’s collapse allowed the American government to acquire the territory later, in the Louisiana Purchase. (It is sobering to realize that but for John Law, folks would be speaking French in Little Rock.)