Alla Ricerca del Profitto
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Ambiente. Dal lat. ambiens -entis, p. pres. di ambire ‘andare attorno’ •1623.
Cerchiamo di prendere qualche evento nella vita dell’umanità. Ad esempio, la guerra. Al momento è in corso una guerra. Cosa significa? Significa che diversi milioni di persone che dormono stanno cercando di distruggere diversi milioni di altre persone che dormono. Non lo farebbero, ovviamente, se si svegliassero. Tutto ciò che accade è dovuto a questo sonno.
- G.I. Gurdjieff
Avere a che fare con il settore crypto mi ha dato molti vantaggi, ma ha avuto anche influenze negative per la mia socialità e pesanti contraddizioni con la mia etica in divenire.
Ambire è parte integrante dell’esserci in questo tempo, ma non preclude, focalizzandosi sul doveroso e rispettato dato quantitativo, di nutrire l’aspetto qualitativo, desiderato da profondità che non tutti gli uomini hanno.
Tralasciando coloro che non hanno tali profondità, vorrei evidenziare la differenza tra due tipologie di persone che forse esistono:
Ho incontrato uomini con carriere prestigiose, proprietari di grandi aziende e investitori. Loro non si lasciano sfuggire l’importanza del denaro e sono ben consapevoli, anche se a volte preferiscono non parlarne, di quanto ne serva se si vogliono realizzare grandi cose. Mi attira il loro modo concreto di percepire la realtà materiale, insieme al sentire la possibilità di trasformarla.
Poi ho incontrato altri uomini, alcuni dipendenti di piccole imprese, altri alle prese con dei progetti poco scalabili, spesso rivolti ad una specifica nicchia. Questi avevano una minore passione per il denaro e non volevano esplorare il suo impiego a livelli che andassero oltre la propria dimensione ecosistemica. Taluni, i non imprenditori, avevano addirittura un’avversione per il denaro e ritenevano il 99% dei ricchi delle persone malate di egoismo e avidità.
Vi è un tipo super-specializzato, positivista, amante del progresso, delle macchine, dell’industria, degli intrattenimenti cittadini, con un gusto per la bellezza raffinato.
Vi è poi un tipo “umanistico”, naturista, sensibile, generoso, ospitale, che ha cultura ecologica e una certa consapevolezza ambientale, forse riconosce la bellezza nelle piccole cose e non desidera il lusso.
Purtroppo la diversa visione che questi due tipi hanno del denaro fa sì che gli strumenti finanziari siano creati, compresi e usati quasi soltanto a beneficio dalla prima categoria.
Dal momento dell’emissione al livello delle banche centrali la liquidità fluisce prima nei progetti dei grandi imprenditori con visione riduzionista (informatica, grattacieli, armi, industria farmaceutica, nanotecnologie) e difficilmente arriva in misura necessaria a chi promuove e applica a livello comunitario i valori della terra, della semplicità e del benessere naturale (spiritualità, agricoltura sostenibile, prevenzione olistica, discipline energetiche, alimentazione, cura del corpo).
Come chi mi conosce sa bene, non sono entusiasta della tecnologia in generale e della tecnologia informatica nello specifico, per le ragioni spiegate magistralmente da Dmitry Orlov, nel libro Restringere la tecnosfera, di cui ho tradotto l’introduzione.
Eppure già da neo-adolescente, quando leggevo le riviste hacker, mi affascinava il digitale, con le sue costanti innovazioni, il bello di sentirsi avanti agli altri, che scaturiva dalla capacità di usare strumenti nuovi o insegnare agli adulti come prevenire errori e truffe nell’utilizzo di un computer connesso a internet.
A 12 anni avevo sigillato, in un quadretto ritrovato di recente, la promessa che non avrei mai comprato un paio di scarpe Nike e non avrei mai avuto un conto in banca.
Poi, in un quaderno, figurava, tra le regole ideali di comportamento che avevo stabilito in base alla mia esperienza di vita poco più che decennale, la seguente:
Non mettere mai di mezzo i soldi tra amici.
Un fenomeno centrale che non riuscivo a spiegarmi erano le disuguaglianze economiche globali, che ritenevo essere la causa numero uno delle guerre e del malessere planetario.
Mi nutrivo di certi documentari e analisi fatte su YouTube da personaggi che ora io stesso giudicherei “complottisti” o superficiali, ma i quali mi hanno dato i primi stimoli per un pensiero critico di fronte a tutte quelle descrizioni di realtà foriere del mito del progresso.
A 15 anni sono diventato un seguace dello Zeitgeist Movement, promotore di un’economia basata sulle risorse. Dopo aver visto i 3 documentari prodotti dal gruppo, sono rimasto affascinato dalla figura di Jacque Fresco [The best that money can’t buy, 2002; Looking forward, 1969] e partecipavo attivamente come potevo ai ritrovi della comunità italiana, quando il giovanissimo Federico Pistono ne era ancora il coordinatore. [Ora questo personaggio mi fa un po’ ribrezzo]
A 17 anni ero già convinto che il controllo della moneta bastasse a dirigere l’andamento di tutta l’economia reale.
Credevo che al vertice stessero poche famiglie, organizzatesi con leggi e trattati per mantenere la “pace”, attive ai vertici dell’industria con la tendenza a biforcare gradualmente le classi sociali in base al possesso delle risorse mondiali pubbliche e private. Tramite i cosiddetti cicli economici, con l’appoggio degli stati, queste famiglie, i cui componenti sono meno dell’1% della popolazione, si sarebbero assicurate diritti su più del 50% delle ricchezze planetarie, sottraendole progressivamente agli strati medi con l’appoggio del sistema bancario da loro gestito.
Tornando alle crypto, esse hanno reso possibile una redistribuzione di ricchezza che, seppur ancora di dimensione irrilevante, era legittima e necessitata. Tendenzialmente, il valore fluisce dai patrimoni finanziari dei baby boomers, ultimi entranti, verso i portafogli digitali di millenials e generazione Z, i primi entranti, avvantaggiati da una maggior dimestichezza con le innovazioni digitali.
Negli ultimi 6 anni ho incontrato tanti ragazzi giovani che ho visto immergersi completamente in questo mondo, talvolta perdendo il collegamento con valori fondamentali come la salute, il rispetto della natura o il senso sociale.
Infatti, nonostante sia un bene che i capitali stagnanti in strumenti classici si muovano verso una categoria di assets inventata ed amministrata dalla nuova generazione, come in tutte le questioni di natura speculativa rimane il problema del trovare una strategia che tenga in considerazione il beneficio non solo quantitativo, ma esteso a produrre effetti anche sulla qualità di vita e sull’economia reale.
Anche io ho dovuto affrontare sfide pressanti nel mantenere l’entusiasmo di una certa fortuna entro i limiti utili a trasferirla verso scopi reali e benefici.
Il mio interesse per l’economia era tale, già in adolescenza, da portarmi all’azione già ai tempi del Bachelor, non appena ne ho avuto occasione.
Attraverso i primi progetti, gli errori, le complessità e i fallimenti che ho superato con audacia, non ho mai smesso di leggere i papers, di chiedermi il perchè di molti aspetti comunemente visibili, per rintracciarne la storia delle origini.
Mi sono portato ad ampliare l’immaginazione del possibile ed ora, avendo le idee più chiare su cosa desidero per la mia vita, sto studiando gli ecosistemi, parlando direttamente con chi ci lavora, per connettere le teorie di Green Finance alla pratica del conoscere la terra, l’uomo e i suoi bisogni.
Avendo la passione per il benessere naturale, la mia vita si muove verso mondi paralleli, in cui trovo persone affini a questa visione, restando con la speranza di superarla.
Imparando dalla longevità serena di alcuni, si potrà, quando richiesto con urgenza dalle condizioni generali, agire anche su larga scala per alleviare i malesseri dei milioni che abitano le metropoli, spesso rovinate da malnutrizione, stress, aria pesante e dalla nube neurotossica di elettrosmog.
Per ricordarmi tutti i giorni che l’alternativa è a portata di mano, oltre alle mie esperienze sul campo in cui imparo da chi lo sta già facendo, mi nutro di una serie di video che documentano degli stili di vita che ben si accordano con la mia idea di benessere.
Per concludere vorrei quindi farvi vedere qui di seguito i canali YouTube che diffondono queste preziose testimonianze, soprattutto sulla costruzione di abitazioni ecosostenibili immerse nella natura vergine e sulla produzione autonoma di cibo.
Spero che possano esservi di ispirazione. Fatemi sapere nei commenti e scrivetemi se in voi risuonano le stesse intenzioni, sia che siate come me all’inizio della ricerca che nel caso abbiate esperienza e consigli, da scambiare o elargire.