La Creazione di un Laboratorio Ermetico
Ecco come l’ermetista Giuliano Kremmerz rispose al dottor E.T. di Bari con una semplice, chiara ed onesta esposizione del lavoro intrapreso per un progetto con il fine disinteressato di dispensare guarigione profonda ai suoi simili fratelli umani.
Estratto dal Commentarium per le accademia ermetiche :
“ Occorre per sommi capi capi che io riferisca brevemente i tentativi fatti per la costituzione di un laboratorio ermetico sperimentale. Cominciai ad occuparmene personalmente nel 1895, con mezzo assolutamente miei, fondandolo in una casa di campagna, a Lettere, presso Castellamare di Stabia, allora che io dimoravo nei dintorni di Sorrento. Mio coadiutore fu un ottimo e profondo studioso di medicina Ermetica G.G. che aveva preso impegno di dedicarsi al lungo lavoro di preparazione. Ma avvenuta la sua morte nel 1897, il disegno abortì e fu tutto dimenticato. Si ripetette l’identico tentativo al 1900 ed anche questa volta si dovette smettere. Al 1906 conobbi due signori che, associati, avevano messo su un laboratorio esperimentale per i loro studii, un francese e un sud-americano. Ci unimmo per ampliare e completare quanto essi avevano già fatto. Causa la mancanza proporzionale del denaro necessario — per renderlo completo ne occorrerebbe moltissimo — cercammo di fare il meglio possibile per arredarlo fino al 1909. Parve allora che tutto dovesse nuovamente fallire, dovendo uno dei collaboratori ritornare in America; scongiurato questo secondo disastro, sono sei mesi che le esperienze, sul serio, si sono iniziate.
È poco, come si vede; i risultati, i primi risultati mediocrissimi; ora si accenna ad avere un primo prodotto integrale — il mercurio specifico.
Devo, per farle capire che cosa voglio indicare, con questo nome spiegarle le idee generali delle applicazioni alchimico-ermetiche, a questa ricostruzione farmaceutica con criterii non solo chimici, ma alchimici nel senso ermetico.
L’alchimia negli studii moderni e rimodernati vien considerata come una iperchimica dal punto di vista delle conoscenze analitiche della scienza contemporanea, ma in sostanza come è nella sua idea madre importa la soluzione non di quattro problemi come osserva il Piobb — la quadratura del circolo, il moto perpetuo, la panacea universale, e la fabbricazione dell’oro — (Se ne vuole una idea sommaria, basta leggere la Storia dell’alchimia di J. Castelot edita dalla Libreria Detken, Napoli) — ma un quinto e più complesso enigma dell’angelizzazione dell’uomo inferiore.
Accingersi alla soluzione di un solo dei cinque quesiti, è proporsi l’enigma alchimico.
Lasciando da parte quattro di queste proposizioni e riferendoci solo al problema della panacea universale e dell’elixir di lunga vita, anche secondo gli studii odierni profani alla continuazione delle antiche e discreditate pratiche, questa idea sintetica di un medicamento tipico, atto a distruggere il principio morboso nell’uomo, non è un sogno inverosimile né una follia che resterà eternamente senza risposta.
Infatti anche dal punto di vista biologico, ammesso che ogni morbo è di origine microbica e parassitaria, il rinvenimento di un farmaco (veleno) che uccida tutti i microbi e parassiti e di un alexifarmaco (medicamento) che riattivi tutti i fattori biologici positivi, non è un enunciato che ripugna alla logica.
Senonchè la via per arrivarci è da studiarsi e saggiare. Mettiamo da parte le opinioni filosofiche, entriamo nella pratica, e ognuno coi suoi mezzi cerchi di raggiungere la soluzione dell’enigma. Non è un esempio il risultato ottenuto due anni fa dal biologo Delage che ha fatto schiudere delle uova di ricci di mare non anteriormente fecondate? Non è una vera creazione artificiale di esseri viventi? La via che seguiamo noi è scientifica nel senso ordinario della parola?
Lo vedremo dopo, in seguito alle esperienze, e nella lontana ipotesi che le esperienze possano raggiungere la perfezione, il metodo nostro (saremmo dei settari se non lo facessimo) lo metteremo alla portata di tutti i laboratori profani pro salute populi.
Parlare ora di questi metodi è anche prematuro non solo, ma ridicolo, quando si vede che tra studiosi e studiosi di simboli alchimici vi è grande disparita di interpretazione che non è possibile intenderci — eppure l’alchimia di ieri sarà la scienza concreta e officinale del domani. Il nostro proposito non è di far discussioni; come nella scuola, il metodo è positivo; provare, esperimentare, riuscire.
Dopo verranno altri se riusciremo a trovare le leggi e a presentarle con tutto il corteo scientifico per consolidarne i procedimenti. Questo che io le accenno è argomento sul quale ritornerò, ma per darle un lontano esempio dei garbugli alchimici, le voglio ricordare che questo mercurio, il quale almeno pare riuscito, è un nome che si presta a mille interpretazioni e ognuno degli studiosi lo capisce in un modo o nell’altro leggendo i trattatisti di ermetismo alchimico. Affinché non si prenda abbaglio io le dico che il nostro mercurio è metallico ottenuto col trattamento continuo del fuoco o fornelli a dodici lampade, per triplice saturazione sofica, facendolo lambiccare al bagnomaria… tutte bestemmie per lei, ma tutte verità per noi e parole chiare, perché in ogni molecola o milionesimo di molecola vi è messo dentro un poco di quella materia cosmica o eterea che fa l’anima dell’uomo, con questo si vuol dire che nel nostro mercurio c’è una parte importantissima dell’essenza vitale dei suoi preparatori.
Questo primo prodotto — scarso come quantità, non ne abbiamo fatto che una trentina di grammi e il resto è andato perduto — lo abbiamo in gran parte distribuito in esperimento. Se ne desidera si rivolga all’Accademia che conosce. Lo adoperi a dosi non superiori al centigramma e non più di una volta al giorno in tutte le infermità che portino alterazioni chimiche del sangue o nei tessuti.
La nostra, come ben sa dall’organizzazione della Scuola, cui nessuno è obbligato a contribuire, è opera perfettamente gratuita. Il medicinale non si paga. Il Laboratorio non chiede niente a nessuno e vive di vita indipendente e per soli esperimenti dei suoi fondatori. Il bilancio del primo semestre 1910 è rappresentato da lire 3500 versate dai componenti e collaboratori della piccola società sperimentale, e dalla contribuzione di due signore amiche, Maria Prima che ha donato 200 lire e Alcinea altre lire 300. Una somma versata di 4000 lire con un deficit già di altrettanto o poco più. Divida questa somma per trenta grammi di mercurio e vedrà a che prezzo dovremmo far pagare al grammo il medicamento.
L’alchimia, come vede, anche senza proporsi per fine di far l’oro, divora danaro con un appetito formidabile, andremo innanzi con l’aiuto della Provvidenza, senza bisogno di vendere e di chiedere a nessuno. Anzi, appena ci sarà possibile creare, con fondo speciale, una sezione di omiopatia, elettromiopatia e medicina vegetale, come s’intende profanamente, il nostro Laboratorio, richiesto, concederà sempre GRATUITAMENTE.
Chieda quindi quando vuole, al direttore del Laboratorio Sperimentale e con un certo anticipo perché, come ben sa dall’indirizzo, il Laboratorio è all’estero, ove risiedono, in continuazione i suoi fondatori ed occorre un po’ di giorni per ottenere.
Solamente ci deve essere cortese di esperimentarlo e riferirci sull’efficacia dei prodotti ermetici.
E di questo la ringrazio. Speriamo nel tempo più breve di istituire anche un ospedale nostro, un altro piccolo tentativo per esperienze positive delle forze occulte dirette alle guarigioni di malati abbandonati, uniformandoci alle leggi dello stato in cui tali istituzioni saranno possibili. ”