Monte Verità — Il Pensiero Speculativo
Seconda parte del testo critico di Tiziano Boccacini per la pubblicazione grafica “La Senti l’Eco?” di Sophie Cielo.
Panorama
Tra i pensatori avvicendatisi a Monte Verità si annoverano grandi nomi della letteratura, autori minori, esponenti dell’anarchia, della teosofia, medici e altri professionisti più o meno visionari, donne rivoluzionarie, in grado di armonizzare dinamiche complesse, creative colte, talvolta nobili e propense al misticismo. A Monte Verità sono transitati artisti avanguardisti e maestri (uomini e donne) di un nuovo tipo di danza, di educazione, di musica e di architettura. Soprattutto i dadaisti hanno prediletto, insieme ad aristocratici e collezionisti d’arte, questa meta vantaggiosa per l’atmosfera di pace e gli incontri umani di qualità. Non mancarono accademici, sociologi o antropologi e giornalisti curiosi di sondare di persona il fenomeno di Monte Verità, viste le implicazioni di carattere sociale, oggetto di interesse. In questo clima di ribellione contro i valori borghesi, le idee rivoluzionarie venivano discusse liberamente. Lontano dalla censura e dalle persecuzioni, si producevano nuove riflessioni e scritti critici.
Personaggi
Quando, narrando la storia di Monte Verità, vengono fatti risaltare alcuni nomi, spesso emergono quelli dei cofondatori originari, rimasti importanti per aver dato inizio all’esperimento. Altri illustri visitatori, che erano ospiti più o meno regolari nella comunità, vengono poi citati non tanto per aver apportato grossi contributi allo sviluppo di Monte Verità, ma ciascuno per i meriti ottenuti nel proprio campo. Monte Verità offriva agli studiosi non solo un soggiorno di vacanza all’insegna della salute, con spazi tranquilli adatti al lavoro intellettuale, ma anche un’occasione di confronto unica con altri personaggi provenienti dalle città del continente europeo. Si potevano osservare figure di spicco adattarsi allo stile di vita collettivo, con le sue forme di organizzazione mutevoli, sempre comunque di rottura con le strutture della società dei tempi. Molti scrittori e artisti, tra quelli che prendevano parte attivamente alle proposte di Monte Verità, riportavano miglioramenti nella loro creatività, raggiungendo una produzione più concentrata, profonda e originale.
Incontri
L’isolamento del luogo, con i suoi spazi raccolti e la vita comunitaria, rendeva facili gli incontri umani. Anche le attività svolte creavano un clima di serena apertura, tra gli stranieri era smorzata la rigidità delle categorie divisive di classe o nazionalità. Oltre ad essere un punto d’osservazione eccezionale per le dinamiche di gruppo e le innovazioni espressive, energetiche e spirituali, Monte Verità costituiva, entro i confini della Svizzera, un rifugio ideale dalle guerre. Nel contesto di ricerca esistenziale, l’allontanamento dalla vita ordinaria per periodi anche lunghi favoriva, negli esuli, un’intensa produzione letteraria; molti scrittori trovavano le migliori ispirazioni, si dice che il Siddharta di Herman Hesse (1922) sia stato influenzato dai soggiorni a Monte Verità . Persino diversi tipi di dissidenti, magari ricercati in altre nazioni, trovavano accoglienza serena nei pressi di Ascona, tra i gruppi di compatrioti e i vari rappresentanti, militanti o teorici, di simili orientamenti ideologici. Pure nell’eterogeneità si andava d’accordo, tra persone di stampo anarchico individualista, o di matrice comunista… E poi ancora: membri di famiglie aristocratiche, cristiane, i politicamente conservatori, i naturisti radicali e i ricchi moderati di levatura industriale.
Amore
I legami che si stabilivano su Monte Verità potevano trascendere i singoli idealismi, basandosi su una condizione dell’essere pacificata dalla purezza dell’ambiente. Si condividevano terapie olistiche e sperimentazione artistica, ponendo l’attenzione sulla natura del corpo e della mente; questo atteggiamento univa tra loro individui di diversa provenienza. L’amore e la sessualità erano probabilmente centrali per la curiosità di nuovi arrivati; i costumi liberi, fino al nudismo integrale, provocavano anche scandalo presso gli esterni, abitanti dei borghi locali. La comunità dei monteveritani, ancora oggi definiti sarcasticamente balabiott, promuoveva una visione aperta e non repressiva della sessualità, considerata una parte integrante del benessere completo. Questo approccio era rivoluzionario per l’epoca e attirava chi fosse in cerca di una vita più autentica. Desiderosi di liberarsi dal malessere mondano, si veniva a coabitare in un’atmosfera bohème, che si sarebbe poi diffusa a macchia d’olio nel locarnese, anticipando di mezzo secolo la controcultura giovanile dei movimenti studenteschi. Le somiglianze con il movimento hippy includono l’enfasi sulla rottura degli schemi imposti e la fiducia in un’esplorazione spirituale collettiva, mentre le differenze principali risiedono nella dimensione dei due fenomeni, nel livello di strutturazione delle pratiche e nella portata intellettuale, maggiormente “di nicchia” nei filoni di ricerca sviluppatisi a Monte Verità.