L’Imprenditoria Vegana Idealista
Raw vegan is not enough!
Risposta a Filippo Audino, MBA HEC Lausanne, partendo da alcune sue citazioni.
Benché il metodo alimentare come mezzo terapeutico sia largamente sottovalutato, si osserva un’invasione del mercato della salute da parte di supplementi in polvere e capsule in cui sono raccolti i valori nutrizinali di piante, germogli e alghe. Quando i ricercatori universitari studiano il loro impatto sulle malattie moderne, sono obbligati a constatare che la Natura offre delle soluzioni efficaci.
“Lista prodotti, come reperirli/produrli”
Per fare la lista dei prodotti partirei dall’identificare 2 principali categorie: i prodotti finiti da noi trasformati, a base di semi germogliati e pregerminati e i prodotti di altri brand (insieme a materie prime dei contadini) utilizzati nel punto vendita come “contorno” per degustare le nostre invenzioni.
Giustamente accenni a :
“germogli, verdure di ogni tipo, funghi curativi, prodotti essiccati, alghe, insetti, scorpioni… ecc”
Provo a fare degli esempi di utilizzo partendo da ognuno dei tuoi esempi:
Germogli: potremmo crescere 5 — 10 — 15 categorie di semi a varie “lunghezze” (pregerminati, germogliati, microgreens) e venderli sia trasformati e impacchettati (a lunga conservazione) che freschi nei punti degustazione.
Precisiamo che non é un pizzico quá e lá di germogli decorativi — come si vede in gastronomia — che vi recheranno una dose sufficiente di elementi essenziali. Servono 100g di germogli misti per risentirne degli effetti e 200g al giorno per poter parlare di supplementazione. Tranquillizzatevi, ci si arriva presto se le insalate sono composte dal 50–60% di germinazioni: lunghi germogli di girasole o di grano saraceno, un cucchiaio da tavola di cereali germogliati, una manciata di alfalfa verde, un pizzico di Crucifere e un tocco finale di alghe.
Verdure di ogni tipo: Queste servirebbero sia per creare insalate e salse Raw dal gusto perfetto nei punti ristorazione che, in un secondo momento, come ingrediente principale o aggiunto alla creazione di prodotti a lunga conservazione, essiccati.
Funghi curativi :Questi li vedo come ingrediente possibile da unire alle farine di semi pregerminati essiccati e macinati per renderli a tutti gli effetti dei miracolosi integratori. Non escludo la possibilità di usarne di freschi (tipo Shitake, “il secondo fungo commestibile più consumato al mondo” da Wikipedia) per arricchire piatti deliziosi nel punto degustazione.
Prodotti essiccati: Come avrai capito, vorrei fare dell’essiccazione il processo di trasformazione di punta per la nostra offerta di prodotti a lunga conservazione semplici e Raw. A partire dai semi pregerminati (macinati e non), per arrivare ad offerte più variegate e complesse. Solo per citare alcuni dei miei ultimi esperimenti: Barrette dolci a base di avena, farro pregerminati e datteri, Rawcrack a base di grano saraceno attivato ai fiori di zucchina, Granola a base di fibra di frutta e derivati del cocco, Gomasio a base di germogli Alfalfa agli spinaci, patatine di Batata rossa e Daikon al gusto peperone e curcuma.
Semi di lino BIO “germogliati (o pregerminati) asciugati lentamente e macinati a freddo”.
Appena lanciati dalla Linwoods: “Attività a gestione familiare, immersa nella rustica campagna irlandese, specializzata nella produzione di sane ed eccezionali combinazioni alimentari che possono migliorare, in modo semplice e veloce, la tua nutrizione.”
Finora questa azienda proponeva solo semi crudi macinati, senza attivazione.
Vediamo un altro esempio di azienda specializzata in prodotti Raw Vegan essiccati a base di germogli. Si tratta della piccola Sempreverde Biogermogli
Hanno 5 linee di prodotto, da loro intitolate: Barrette, Granola, Mandorle attivate, Cracker, Mix di semi.
Vediamo concretamente in dettaglio come sia possibile realizzare ciascuna, partendo degli ingredienti di un esemplare per ogni categoria:
1) Energy bar — Carruba e Maca (2,70 euro per 35 grammi)
Gli ingredienti sono: Grano saraceno pregerminato, datteri, mandorle, maca, farina di carrube. Il procedimento adottabile potrebbe essere il seguente: si prende del grano saraceno, lo si mette in ammollo per 4 ore, si scola e lo si tiene umido al buio per altre 24 ore risciacquandolo ogni 6 ore. Poi lo si frulla con i datteri, le mandorle, la polvere di maca e la farina di carrube. Si distende l’impasto a formare uno strato uniforme di 2cm su un foglio antiaderente per alimenti acquosi e si infila nell’essiccatore per 10–15 ore. Poi si taglia a forma di barrette.
2) Premium granola — cioccolato (4,50 euro per 70 grammi)
Procedimento: si fanno pregerminare grano saraceno, mandorle e semi di girasole allo stesso modo del grano saraceno descritto prima. Si frullano con i datteri ottenendo una pasta morbida. Si unisce la pasta morbida a pezzetti frullati di cioccolato, semi di sesamo e uvetta andando a formare delle forme “a pallina” tipiche della granola. Si spolvera la vaniglia (o la si metteva prima nell’impasto) e si distendono queste palline eteroformi sulla carta antiaderente nell’essiccatore. Essiccare per 18–24h.
3) Mandorle attivate (2,70 euro per 35 grammi)
Sono mandorle italiane bio pre-germogliate con acqua, ossigeno e luce naturale, e poi essicate a bassissima temperatura.
“Durante la germinazione la frutta espelle delle sostanze vegetali per noi dannose, una delle quali è l’acido fitico. Questo inibisce il riassorbimento del calcio e del magnesio nel nostro corpo e può causare intolleranze (allegria alla frutta secca). L’attivazione serve a separare le sostanze non gradite come l’acido fitico dalla frutta cruda, cosi da farla diventare più digeribile e benefica.”
( In generale, i benefici dell’attivazione della frutta secca sono riassumendo: aumentata attivita enzimatica; miglior assorbimento dei nutrienti; maggiori proteine, vitamine e minerali; migliore digeribilità; riduzione di acido fitico e anti-nutrienti; riduzione di potenziali intolleranze e allergie; risoluzione di tutti i fastidi digestivi e infiammazione. )
4) Spirulina crackers (4,90 euro per 70 grammi)
“Davvero sofisticati i cracker alla spirulina! Una sinergia di ingredienti salutari e pregiata aromatizzazione fa di questi snack sia un ottimo spuntino che un gustoso sostituto del pane.”
5) Protein seed-mix alla paprika e cumino
Sempreverde Biogermogli Vende i suoi superfoods impacchettati online, anche internazionalmente, e rifornisce regolarmente di germogli freschi (di Alfa Alfa, crescione, ravanello rosa, lenticchia, cece, soia mung, fieno greco) 7 ristoranti e piú di 50 negozi Bio di citta del nord Italia (dati presi dal loro sito).
Alghe: Germogli a parte, sia le alghe di acqua dolce (Chlorella, Spirulina) che quelle dei mari (Nori, Dulse, Arame ecc.) , insieme a certi funghi, sono l’alimento nutritivo superiore per eccellenza. Spesso trattate come integratori, andrebbero inserite come cibo abituale in una dieta sana e naturale. Trovo che in commercio abbiano sempre un sovrapprezzo notevole e sarebbe bello riuscire a coltivarle o almeno avere fornitori che siano gli stessi produttori (vedi spirulina di Auroville, di cui ho visitato la fabbrica). Le userei, come i funghi curativi, sia fresche nei piatti raffinati dei punti degustazione che essiccate nella gamma di prodotti a lunga conservazione.
Insetti, scorpioni: Nonostante gli insetti e gli scorpioni non suscitino compassione quanto i furetti e i maialini sono pur sempre animali e non sarei d’accordo con la vendita di prodotti non vegani, perchè porterebbe via una fetta di potenziali clienti appartenenti alla nicchia “radicale” a cui vorrei rivolgere la nostra offerta. Sono al corrente della potenzialità di questo nuovo mercato, pubblicizzato con le recenti esaltazioni per questo tipo di proteine, ma per quanto ne dicano non potranno mai avere proprietà di salute pari ai germogli, trattandosi di proteine animali.
Hai accennato a :
“Integratori specifici. effetto diretto sulle funzioni cognitive. effetti sui muscoli e il sistema nervoso.”
I prodotti a base di semi pregerminati essiccati e macinati (mischiati a funghi e-o alghe) possono effettivamente essere venduti come integratori, avendo un effetto certificato su funzioni cognitive, muscoli e sistema nervoso. Bisogna capire se conviene partire con una linea di prodotti venduti come integratori (che mi fa pensare ad un rincaro maggiore ed una clientela un po’ troppo orientata alla medicina riduzionista “da pillole e muscoli in provetta”) oppure con una linea di prodotti per pasteggiare con gusto semplici e naturali (il vantaggio sarebbe una maggiore consapevolezza alimentare ed una percepita semplicità naturale del cibo stesso come medicina, creando attraverso i punti vendita una cultura del come mangiare regolarmente grandi quantità di germogli ai pasti).
PRODUZIONE
I fornitori della biodiversitá e i processi industriali.
Arriviamo ora al dove reperirli e come produrli. Ciò che va reperito sono i migliori semi in commercio, soprattutto quelli di varietà antiche tradizionali (meno ibride e modificate) alcune ormai praticamente introvabili. Se sono biologici e ben conservati non hanno problemi a germogliare e, prenderli da chi difende la conservazione genetica di qualità rare ci permetterebbe di unire ad una certificazione di alta qualità biologica una sorta di potenziamento, nella competizione, per la scelta rigorosamente etica e l’offerta unica di varietà introvabili, le quali hanno proprietá migliori, il che può e deve giustificare un prezzo elevato rispetto alla concorrenza, sebbene concorrenziale per qualità/prezzo.
Un esempio del tipo di fornitori a cui mi rivolgerei per i semi da germinare sono la famosa e storica banca dei semi francese Kokopelli.
Associazione francese che dal 1987 denuncia e combatte le multinazionali dell’OGM (la più nota la criminale Monsanto) attraverso diverse azioni, che in alcuni casi si sono trasformte in vere e proprie “sfide commerciali” finite in tribunale. Si legge infatti sul loro sito:
Nous invitons à boycotter drastiquement tous les produits issus de la grande distribution.
Nous invitons à consommer local, bio, sans hybride F1 et sans chimères génétiques.
Nous invitons à faire son propre jardin à la campagne et, pour la ville, à transformer les parcs paysagers inutiles en véritables garde-mangers citadins (cela va de pair avec la lutte contre la surpollution en ville!)
Nous invitons à faire du lobbying auprès des agriculteurs et maraîchers locaux pour les sensibiliser à l’agriculture biologique et surtout aux semences libres et reproductibles
Nous invitons à faire du lobbying auprès des distributeurs bio locaux afin de les responsabiliser face à la montée dramatique de la bio-industrielle.
Nous invitons à informer et alerter toujours plus les concitoyens de la gravité et de l’urgence de la situation environnementale induites par notre mode de vie et particulièrement par notre agriculture.
Un altro esempio di azienda agricola — banca dei semi a cui mi rivolgerei per fornirci le sementi necessarie per un prodotto di élite da tutti i punti di vista é quest’altra azienda agricola, svizzera e a conduzione familiare. Esperti botanici che stanno operando in maniera simile alla Kokopelli, ma con minore esposizione mondiale… e presenza nei tribunali : La Zollinger Bio.
Abbiamo già visto in parte come trasformare alcuni prodotti, ad esempio tramite l’essiccazione. Abbiamo capito che la pregerminazione dura circa 36 ore e richiede semplicemente dei semi biologici e dell’acqua. Abbiamo visto due possibili fornitori di sementi antiche, tradizionali e biologiche, che aggiungono valore etico per la loro battaglia contro la conformità impoverente delle sementi ibride e OGM delle multinazionali agritech più o meno grandi, più o meno aggressive.
Ma… Come produrre i germogli su scala industriale, per poter soddisfare una richiesta costante da negozi bio, ristoranti e clienti retail online?
I fattori che influenzano la crescita dei semi sono:
- Sementi di qualità.
- Qualità dell’acqua, portata, durata, temperatura e l’intervallo di irrigazione.
- Gas e atmosfera presenti nella stanza di crescita
- Nutrienti nell’acqua.
- Temperatura e umidità.
Sintesi del flusso produttivo :
– Acquisto e ricezione dei semi.
– Controllo a campione dei semi per eventuale presenza di microrganismi patogeni.
– Stoccaggio dei semi in attesa di entrare nel ciclo produttivo (al buio e a temperatura controllata in contenitori o stanze idonee).
– Lavaggio e sterilizzazione dei semi.
– Messa in coltura dei semi negli appositi bin germogliatori.
– Filtrare e riciclare l’acqua a contatto con i semi e testarla periodicamente per la presenza di eventuali batteri patogeni.
– Dopo 4/5 o 6 giorni i germogli sono cresciuti (o meno per pregerminazione).
– Pulizia e vagliatura dei germogli.
— Eventuale essiccazione e lavorazione.
– Confezionamento, refrigerazione e distribuzione.
Navigando sul Web ho scoperto che Il leader italiano in produzione di germogli (da sementi bio italiane) sembra essere La VIVO SOC. COP. AGR.
Navgando sul loro sito mi sono imbattuto nella sezione “Certificazioni”, ne hanno ben 6.
E ho scoperto che fanno parte dell’associazione di categoria European Sprouted Seeds Association (ESSA).
Ho pensato: WoW! Le cose si fanno serie.
C’e un PDF di 29 pagine che descrive gli orientamenti dell’ESSA in materia di igiene per la produzione di germogli :
Al fondo del paper viene ricapitolata la Legislazione generale e specifica in materia di germogli :
L’alimentazione viva sembra essere una risposta a un bisogno profondo dei nostri organismi in carenza di nutrienti di qualità, di enzimi e di clorofilla. La sroria del Living Food conferma il successo di queste tecniche essene riportate in auge. Sapere far crescere i germogli rappresenta la base di questa nuova dietetica.
Conoscere fonti naturali ed economiche di nutrienti e antiossidanti performanti, come quelli che si trovano in certi vegetali (vitamine, minerali, proteine, enzimi), é una carta vincente per migliorare la nostra salute. E, per esperienza fatta, ció ci permette di cambiare idea rispetto ai miti veicolati sui nostri bisogni vitali (in particolare quello delle proteine e dei latticini). — Carole Chavannes.
PUNTI VENDITA
Design minimale (apple) altissimo customer service, e importante customer experience (su quello anche l’info point sarà fondamentale)
Si potrebbero organizzare i punti vendita suddividendoli in 3 categorie, una di soli prodotti confezionati (STORES), una di degustazione in stile fast food (RAW FF) ed una ibrida ingrandita (RAW FF + STORE), come lo sono i negozi di Eataly. Questo permetterebbe di accontentarsi di piccoli spazi all’inizio, quando ancora i capitali saranno pochi. E prima ancora che si possa affittare alcunché m’immagino una distribuzione “network online” senza le spese per una location fisica.
Negli STORES si troverebbe la nostra prima linea di punta (5–10–15 tipi di semi bio proteici pregerminati, dei cibo-integratori raw vegan in polvere, muesli e barrette). Immagino un primo store, in cui verosimilmente potremmo iniziare con un piccolo investimento iniziale, in una zona di passaggio di una città ricca e vicina al luogo di produzione, come Ginevra, che sia molto piccolo e condensato di visual data sulla qualità dei nostri prodotti.
Ci distinguiamo dai grandi negozi bio perché vendiamo esclusivamente prodotti di élite (raw vegan con ingredienti di provenienza certificata e possibilmente locale) senza mischiarli con prodotti “profani” (pesce surgelato, marmellate, assurde importazioni da lontano, prodotti da forno, latticini… ) — Tiziano Boccacini
Successivamente espanderei l’offerta del negozio, selezionando aziende che, come la nostra, raccontano le loro produzioni come storie di perfezione ecologica e igienica. Privilegiare dunque healing superfoods, con un’attenzione particolare per l’alimentazione viva, certificazioni biodinamiche, trasparenza sulla provenienza, utilizzo di germogli e rapporti umani solidali.
I RAW FF, un laboratorio semplice di frutta, insalate, germogli freschi, microgreens, dolci e infusi. Al posto di fornelli e forni avremo germogliatori, vassoi, terra, estrattori, frullatori, macchine elettriche per tagliare la verdura, essiccatori e, ultimo ma di primaria importanza, tutta l’apparecchiatura per fare l’acqua zelandiana. (C’é giá un negozio bio a Ginevra in cui andavo, che ha questa apparecchiatura e permette ai clienti di fare i refill delle bottiglie per casa: https://biofred.com )
Potremmo offrire la possibilitá di partecipare a percorsi di detox per cui si pagano in anticipo un tot di pasti il cui prezzo cala in corrispondenza della frequenza con cui si consumano.
Anche in questo caso potremmo avere punti vendita piccoli per iniziare, anche solo un laboratorio che si affaccia sulla strada con germogli freschi sfusi e secchi sfusi a peso da asporto e con estratti di dimensioni a piacere che si consumano al prezzo della frutta o verdura utilizzati (a peso). O ancora una linea di dolcetti raw vegan da mangiare a passeggio.
I RAW FF + STORE ingranditi, potrebbero avere le sembianze di un “Centro di prova e assistenza” della nostra linea prodotti, con salottini per consulenze nutrizionali e di mindful eating, costellati dal materiale del centro stampa.
La parte dello STORE andrebbe forse arricchita di dati ulteriori a quelli stampati sulle confezioni dei prodotti (cataloghi, depliant) e nell’aria potrebbe girare un programma full time di podcast ed audiolibri su argomenti di botanica e medicina olistica. Potrebbe avere un senso disseminare poltrone tra i diversi stand di prodotti, suddivisi per azienda, cosí da permettere a chi non ha fretta di riposarsi e ascoltare gli audio informativi.
Veniamo dunque alla parte del RAW FF, all’interno del negozio grande. Un punto essenziale per un processo di nutrizione che porti a stati superiori é non solo il cosa si mangia, ma anche il come. Per questo, per la parte del RAW FF, ho immaginato che le cucine e gli ordini si facciano in un determinato spazio, e soltanto quando il cibo é pronto si possa accedere in una speciale stanza terapeutica: The Mindful Eating Room, per accedervi si dovrebbe ottenere un pass speciale per 30 minuti o un’ora di autoguarigione. Sonoramente isolata, questa sala avrebbe un arredamento di color bianco e trasparente, in cui i posti sono singoli (sedie ergonomiche o cuscini per posizioni yogiche) e vige la regola del silenzio. La Sala sarebbe pervasa da lievi profumi di oli essenziali, cascatelle, piante (perché no anche microgreens) ed una scelta di musiche sacre, new age o di vibrazioni specifiche per il rilassamento mentale e l’armonia emotiva. Se aumenta la nostra capacita di investire, aggiungerei un piccolo palco sul quale possono esibirsi attori giovani e di bella presenza con performance sperimentali — new age di teatro danza o live painting.
Info point = marketing sostanziale.
Studi relativi al food well being. prodotti sul quale spieghiamo tutto
Informare meglio per coinvolgere di piú.
L’altro giorno, alla Biobottega, ho notato come mi desse fastidio la radio con musica commerciale diffusa in tutto il negozio, una prassi piú adeguata in un centro commerciale di abbigliamento. Quella che ti entra in testa anche se non la vuoi! É questo episodio ad avermi ispirato l’idea che dalle casse dovrebbero uscire dei lunghi podcast su argomenti riguardanti l’alimentazione raw vegan e l’agricoltura biologica. Non solo, in questi audio bisognerebbe rimarcare il giusto merito dei propri prodotti (con dati scientifici alla mano) ma anche attuare una vera e propria campagna di sensibilizzazione in stile “guerra industriale” per mettere in luce gli scandali della menzogna e le pratiche anti ecologiche sia delle principali multinazionali che degli attori “ECO” che in realtà vendono fumo.
Il 75% delle sementi di piante edibili commercializzate a livello mondiale é controllato da Monsanto, Pioneer Hi-Bred, Syngenta, KWS e Limagrain. — Carole Chavannes.
Si potrebbe avere un piccolo studio di registrazione in cui viene lanciata una stazione radio online o vengono registrati dei podcast che poi vanno in automatico (il che é praticamente la stessa cosa)
Si potrebbero produrre le seguenti tipologie di contenuti:
-Commenti e recensioni di news e pubblicazioni scientifiche.
-Letture di parti scelte dei classici della medicina olistica.
-Interviste e dibattiti con esperti.
-Q&A live con i clienti.
Mentre nelle ore di minor afflusso potremmo mandare in onda l’audio di conferenze giá esistenti o di documentari.
La selezione degli argomenti, insieme a quelli giá accennati, ruoterebbe attorno alle “nuove scoperte” olistiche sul cervello e sulla mente, alle conoscenze agricole che mettono in luce i misfatti delle grandi multinazionali o che propongono soluzioni alternative per preservare le biodiversità, all’esposizione delle atrocità commesse negli allevamenti intensivi, alle tecniche di disinformazione delle grandi case farmaceutiche, ai benefici sulla coscienza del cibo vivo e al potere del pensiero per la gaurigione cellulare e la trasformazione interiore.
“il mangiare bene per essere più performanti”
Come strategia di marketing attuerei dunque una costante campagna di sensibilizzazione che coinvolga attivamente il pubblico stimolandolo a pensare in modo critico e facendo leva sul valore del miglioramento personale. Tra un aggiornamento e l’altro, si potrebbe sottolineare implicitamente o esplicitamente la sostanziale differenza della nostra produzione e delle nostre etichette rispetto ai competitors non-partner, meno attenti alla selezione degli ingredienti e alle procedure etiche ed ecologiche.
immagine di trasparenza
Altri media potranno fare da supporto all’ informazione scritta e parlata. Specialmente per mostrare come lavoriamo e come lavorano i nostri fornitori sarebbero perfette delle riprese, e le immagini che costituiranno la nostra brand-image saranno rappresentative della nostra visione semplice di armonia con la natura e del successo nel benessere psico-fisico.
Come si vede nel video che scorre in background nella home page del brand francese Mangouan (vedi link sopra), basta un montaggio di pochi secondi per dare un’idea di trasparenza sui processi produttivi, ancor meglio se semplici, diretti e artigianali.
IL CENTRO STAMPA
Il centro stampa di cui parli è un’idea geniale. È importantissimo fare, oltre al lavoro di divulgazione di cui sopra, un vero e proprio lavoro di indagine, raccolta e analisi. Dunque quale miglior sistema che pubblicare un periodico o avere una vera e propria casa editrice di volumi di nutrizione, medicina olistica e agricoltura sostenibile? L’edizione potrebbe essere palesemente legata al nostro marchio, ma se ci risultasse che questo é sconveniente basterebbe dare una diversa veste, creando un brand dedicato. Attraverso le edizioni, magari con una “collana” speciale dedicata all’industria del food, potremmo recensire diversi aziende che da un punto di vista strettamente commerciale potremmo considerare competitors e premiare quei progetti che hanno una mission simile alla nostra, entrando in sinergia.
A proposito del tuo
“Quello che vedo sono dei punti vendita che commercino gli alimenti più nutrienti sul pianeta accompagnando il tutto da una concreta informazione per il cliente.”
Mi viene in mente che spesso le informazioni che vengono date sui prodotti sono limitate a frasi superficiali ad effetto con parole chiave che mettono in evidenza i micronutrienti (piú pregiati) presenti in teoria nell’alimento in questione, magari in minima parte e senza fare chiarezza sul deterioramento di tali proprietà dovuto a cause che noi possiamo evitare : processi industriali invadenti, cottura, pastorizzazione, packaging inquinante che rilascia sostanze o non mantiene la giusta luce e temperatura per la conservazione, conservanti e additivi malsani.
Per un’informazione sentita e veritiera in merito ad un cibo vegetale ed integrale, che costituisce una nutrizione superiore, mi sentirei di partire dal mettere in evidenza i risultati che si sono ottenuti in campo medico nei diversi centri di guarigione olistica specializzati nella cura dietetica vegetale, integrale, vegana e crudista.
Questi centri genericamente integrano all’alimentazione consapevole o ai periodi di digiuno detossificante pratiche fisico-energetiche per il corpo (vedi bioenergetica, massaggi, danze, ginnastiche, aromaterapia) ed un percorso di discipline interiori per portare armonia anche al livello della mente e delle emozioni: Mindfulness, meditazione, Yoga, Thai Chi, Qui gong, regressioni guidate ed ipnosi.
Lascio parlare le immagini prese dai siti ufficiali di alcuni degli istituti più importanti, tra cui l’Hippocrates Health Institute ed il Tree of Life.
Sarebbe interessante visitare questi centri quando ne avremo la possibilita per creare una collaborazione per l’appunto inerente al nostro CENTRO STAMPA, tramite il quale riportare le ultime storie aggiornate dei pazienti che vanno in cura in questi luoghi, ai quali potremmo far provare in esclusiva certi nostri prodotti.
Solitamente in questi luoghi, sia fisicamente che online, ci sono prodotti confezionati tra cui alghe e germogli in vendita.
Vi sono alcune iniziative minori anche in Svizzera :
Una peculiaritá di questi grandi centri é la loro interconnessione in quanto rete di pionieri della medicina olistica, ed ognuno ha una sezione di proprie pubblicazioni: articoli, newsletter, riviste e libri scritti dai vari fondatori, tra cui spicca la lituana Ann Wigmore, famosa “raw food advocate” e il Dottore ginevrino Christian Tal Schaller, simpaticissimo padre, autore di 40 libri.
creare strategie di marketing per creare un hype senza precedenti
marketing e le giuste mosse commerciali si possa creare un movimento, un hype molto forte
Questa profonditá e quantitá di conoscenze potrebbe risultare quasi negativa nell’approccio scalare di un business, se ce se ne fa assorbire. Mi spiego meglio: ritengo che la conoscenza, se veritiera, sia una forza positiva e neutra. Il fatto é che spesso chi detiene la conoscenza, per ottenerla ha dovuto fare un passo fuori dal sistema, dimenticando poi di ritornarvi per fare una differenza nel mondo con le proprie scoperte. Immaginiamo quali forti opinioni abbia radicate in sé il fondatore di Kokopelli, massimo esperto di preservazione della biodiversitá (a sinistra) sulla finanza internazionale. Gli interessi delle multinazionali creano forti barriere alla scalabilitá di attività come la sua. Per cui il suo movimento rimane ignorato dai mass media e attrae piú facilmente studiosi alternativi e hippie rivoluzionari. Loro hanno scarsa capacità d’impatto rispetto ai cosiddetti ricchi, i quali hanno grandi mezzi proprio perché hanno assecondato il sistema dominante, quello dei grandi intrattenimenti, dei piú bei palazzi e… delle malattie croniche. C’é un solco difficile da valicare tra il mondo etico della semplicitá naturale e il mondo complesso dell’economia di scala neoliberista, ma é proprio lo spazio che va colmato da un ponte per permettere alla saggezza di coalizzare le menti umane.
Il nuovo brand, se vuole crescere esponenzialmente, diventare virale con tutte le sue diramazioni e conseguenze, dovrebbe puntare ad essere attraente per un gran numero di persone, trasmettendo un messaggio di prestigio, che in quanto tale é un richiamo emotivo e dunque irrazionale.
Se vogliamo offrire un prodotto per uno stile di vita sostanzialmente nuovo, dovremo essere in grado di saper riconoscere, quando si presenta, la tentazione di farci condizionare dalla mentalità “anti-denaro” dei nostri fornitori, insegnanti, partner, i quali, in buona fede, vedono come noi le ingiustizie del mondo, lottano e protestano, ma, sul piano esteriore, non sono portati ad una imprenditorialità capace di usare positivamente gli stessi strumenti del nemico, che lo si voglia o meno, i piú potenti nel periodo contemporaneo.
Quando avremo l’occasione di essere ascoltati apertamente, dovremmo aiutare i nostri fornitori e partner a comprendere che, come dice il Maestro di Yoga Integrale, grande filosofo Sri Aurobindo :
Il denaro é il segno visibile di una Forza universale che, nella sua manifestazione sulla terra, opera sui piani vitale e fisico ed è indispensabile alla pienezza della vita esteriore. Nella sua origine e nella sua azione vera, essa appartiene al Divino; ma, come altri poteri del Divino, quando viene trasmessa quaggiù, nell’ignoranza della Natura inferiore, essa può venir usurpata per la soddisfazione dell’ego o detenuta da influenze asuriche (antidivine) e da queste sviata a loro vantaggio.
Riconquistare il denaro per il Divino al quale appartiene e utilizzarlo divinamente per la vita divina (paradiso in Terra), é la via supermentale che il sadhaka (il discepolo dello yoga integrale) deve seguire.
L’aveva compreso anche Osho, che ormai non c’é piú, ed il Maestro indiano Sadhguru, che invece é vivo, vegeto ed attivissimo. Con 2,7 milioni di iscritti al canale Youtube, oggigiorno ha parlato in tutte le piú importanti universitá di business al mondo ed ha un seguito in espansione di 5 milioni di volontari, che lavorano quotidianamente per la realizzazione di un sogno globale.
Considererei dunque il centro stampa (e le interconnessioni con il movimento scientifico “deep-holistic”) come un fondamento radicale che da forza alla visione dell’azienda e alla filosofia di vita che essa promuove e agevola. Sarebbe il lato esoterico della missione, che in sede commerciale non impedisce il marketing virale “essoterico” dei prodotti e dei negozi.
Questa cultura puó fungere da trampolino di lancio per certi contatti, per un know how solido e ampio. Successivamente, con l’eventuale separazione del centro stampa come “casa editrice”, si avrebbero due ragioni sociali distinte, nonostante la concreta informazione per il cliente rimarrebbe ancora un punto fondamentale della strategia di marketing del business alimentare.
Considerate le suddette problematiche, legate al divario tra il mondo della semplicitá naturale e quello della complessitá economica, risultano piú che mai necessarie le tue seguenti considerazioni sul target, alla luce delle quali si rivela il bisogno di creare degli strati di cultura via via piú superficiali rispetto a quella vera su cui andrá fondato l’intero movimento: trattasi del “marketing emotivo” o estetico, trovare cioé incentivi che abbiano presa sulle motivazioni dell’ego, come l’urgenza di dimagrire, la rabbia per essere stati ingannati, la performance fisica e mentale, il sex appeal, il sentirsi parte di un élite di bellezza e raffinatezza ecc.
TARGET
Popolazione che non ha voglia di imporsi limiti sulla dieta
Questo genere di persone, se davvero “non si pongono limiti” sulla dieta, e soprattutto se considerano “un limite” mangiare frutta, insalate, germogli, microgreens, funghi e alghe, probabilmente sono destinati prima o poi, ad ingrassare o ammalarsi. Dunque potrebbero diventare clienti di uno dei centri curativi di cui sopra oppure del nostro sportello di consulenza olistica. Oppure, senza dover giungere allo shock di un malessere, potrebbero venire attratti dalla nostra linea dolci, in grado di catturare anche il palato dei clienti più grossolani.
Quantità di persone (in questo preciso momento storico) consapevole del fatto che si possa stare meglio mangiando bene è ancora limitata.
La popolazione si dividerà in due fazioni: chi cercherà la migliore performance usando sostanze chimiche (adderal, modafinil, cocaina ecc) e chi la ricercherà nei food effects.
Sapere molto bene quali segmenti vogliamo andare a colpire.
Insieme ai testimonials conquistati attraverso la collaborazione con i centri olistici di guarigione, si potrebbero mandare pacchi di prova dei nostri prodotti a youtubers vegani, tra cui anche i super famosi, chiedendo un loro riscontro con una videorecensione e invitandoli a collaborare con noi.
packaging molto minimale e trovare un nome giusto tipo “focus”
Riguardo al packaging potrei direi alcune cose. Con il mio quarto ordine, ho ricevuto un depliant da Cibocrudo dedicato al packaging riutilizzabile e te lo mostreró ; raccontano una serie di motivazioni che li hanno spinti a scegliere proprio quel tipo di packaging, il quale é stato creato in maniera personalizzata dall’azienda Packaging in Italy.
Alcune delle caratterisriche da tenere in conto oltre all’originalitá del design sono: conservazione protettiva, salvafreschezza, schermatura da raggi solari, materiali riciclabili, foto informazioni e certificazioni stampate sull’etichetta.
Riguardo al nome del brand ho pensato a Notaste, Heraw, Baronetto, Rawchild, Ollivo, Oblio, Rawdyn, Soondiet, holyvo, ponya, Rawxy, Enzima, Tǔ (terra in cinese), DirecTǔ, Tǔpí (terra+spuntare in cinese), Bailing, Kresko, Substanco, Sostanza, Esenco, Palpato, porger, SIlento, Patrino, Terri, Bonfarto, Rawkid, Sekseed, Inseedia.. Ma il piú potente in assoluto, che cercato su Google da zero risultati, e che riecheggia il titolo del piú importante libro per la massoneria illuminata é: Oraldogma (mi fa venire i brividi).
Credibilità/potenziali prezzi applicabili/ brand immage che vogliamo dare/ segmenti premium a cui ci rivolgiamo
La credibilitá deriverebbe dall’efficenza negli ordini, dalla bontà dei prodotti, dal lavoro del centro stampa che ne mette in luce le caratteristiche ecc. Applicherei dei prezzi elevati che riflettano la qualità superiore, mantenendo peró alcuni prodotti competitivi, a seconda del luogo della vendita, di eventuali promozioni e dei segmenti premium a cui ci rivolgeremo.
App : creare una community. Blockchain e quindi certificare che tutti i nostri prodotti arrivano davvero da dove diciamo.
Il centro stampa potrebbe iniziare proprio cosí, con una app. Spesso le app aziendali sono carenti di informazioni di qualità, di contenuti approfonditi.
Inoltre é vero, ci sono giá dei servizi basati sulla blockchain per la tracciabilitá nella filiera produttiva. Per esempio Genuine Way, di cui sono in contatto con il fondatore Walfredo della Gherardesca, amico di mio cugino Pietro.
Un’app, collegata ad un sito internet apposito, che può funzionare come una web-app interattiva, potrebbe partire con un servizio semplice da strutturare che fornisca una sfilza di informazioni smitizzanti per fare chiarezza su principi fondamentali dell’alimentazione, dell’agricolutra e dei prodotti della flora terrestre.
Esempio: Oraldogma Food Debunk potrebbe consistere in un semplice quiz da 100 domande con risposta multipla le quali ti assegnano un punteggio verificando quanto ne sai davvero di alimentazione e prodotti agricoli. Attraverso un’approfondita ricerca culturale (differente da paese a paese) si cerca di inserire 100 argomenti strettamente connessi con un qualche tipo di luogo comune o “tabù”. Dalle più facili tipo: Che cosa è un pomodoro per la botanica? a) un vegetale b) una bacca c) un semplice ortaggio ~ Alle più difficili come : I latti vegetali comunemente in commercio, come il latte di soia e di riso, possono rientrare in una dieta 100% Raw Vegan? a) sì, a patto che siano a lunga conservazione b) sí, ma devono riportare la certificazione Vegan c) No, perchè sono pastorizzati.
COME INIZIAMO?
Propongo di fare una scaletta di cose da fare ben definita.
Sono consapevole di essere caduto nell’errore ben descritto dalle pagine dell’Harvard Business Review che mi hai fatto leggere.
Non sapendo da dove iniziare esattamente quando mi hai chiesto di scrivere una scaletta delle cose da fare ho pensato di agire in due modi, uno teorico, la ricerca che ha portato alla creazione di questo articolo, ed uno pratico: ho comprato un essiccatore e ho fatto varie sperimentazioni su possibili prodotti a base di grani attivati, pregerminati, germogliati. Su 12 esperimenti soltanto 4 hanno passato il test del gusto di tutte le persone a cui li ho fatti provare.
How We Launched a Physical Product in 3 Months
How we went from idea to physical product to launch in three months with no prior experience, and how you can do it too.
Leggendo di come questa coppia ha messo su SUTRA, che produce alternative al caffé di superfoods solubili, mi si é aperto un mondo: dovremo passare attraverso una serie infinita di rotture di c***o. Ma c’é una notizia positiva: si puó fare. Possiamo effettivamente arrivare ad avere un prodotto confezionato e regolamentato pronto da vendere nel giro di pochi mesi. É solo una questione di spazi, know how e organizzazione.
Anche loro sono partiti, come ho fatto nelle scorse settimane, dalla sperimentazione in casa, per trovare le formule (ricette) vincenti.
FINANZIAMENTI — Follow the money. 2153
Nell’ottica di creare un’azienda che superi il miliardo di capitalizzazione bisogna sapere dove sono i soldi, come a chi chiederli in the best case scenarios. L’analisi di mercato si fonde con lo spionaggio industriale ed il coraggio, che promuovono l’infiltrazione nei giusti ambienti.
Esempio numero 1 :
Saper guardare avanti: intere città del futuro all’insegna del lusso e senz’anima verranno costruite (vedi NEOM). Se il veganesimo é una moda, c’é forse il tempo per insediarsi e arrivare tra i primi nel settore, con un modello di business in stile americano ed una brand image high level super raffinata.
Esempio numero 2 :
Youngest self-made female billionaire is vegan
Elizabeth Holmes dropped out of Stanford at 19 and now runs a nearly $10 billion company
Esempio numero 3 :
Saper guardare avanti: Ci sono due categorie di vegani: quelli che lo fanno senza scienza e senza volontà trascendente e quelli che scelgono un detrminato cibo perché questo mette loro in uno stato propizio alla produttività (fattore energetico-cerebrale) o all’indagine interiore e metafisica (fattore spirituale-naturalistico). Chi si avvicina alla seconda categoria dal veganesimo tenderà a sperimentare il logico passo successivo: il crudismo. E non c’é crudismo equilibrato senza superfoods. In un mondo in cui i VIP che dominano gli schermi fanno scelte sempre piú estreme per dare nell’occhio penso che, a cose avviate, potremmo avere la fortuna di trovarci improvvisamente a cavalcare onde o tsunami di costume scaturiti dalle confessioni di un’attrice illuminata che dando prova di capacità extrasensoriali parla di alimentazione angelica o da un campione di qualche disciplina sportiva che supera tutti i record storici grazie al digiuno intermittente, ai germogli e alla meditazione.
Per questo ritengo che tutti i passi ufficiali verso un minor consumo di carne e latticini porteranno velocemente ad ingrandire il bacino di utenza del vegetarianismo profano, proprio il contenitore dal quale filtreranno a ritmo accellerato nella nostra direzione gli sperimentatori del corpomente e gli avventurieri della coscienza in cerca di soluzioni raffinate.
La fisica norvegese miliardaria e vegana Gunhild A. Stordalen ha fondato la Stordalen Foundation, la quale finanzia progetti per la salute e l’ambiente, tra cui EAT.
EAT collabora con l’autorevolissima rivista scientifica Lancet e hanno pubblicato il report “Healthy Diets From Sustainable Food Systems” (qui il PDF) in cui viene proposta una “Universal healthy reference diet” basata sull’aumento del consumo di cibi salutari, ovvero vegani.
Esempio numero 4 :
Esistono fondi angel che investono specificamente in vegan startups.
Ultimi dati
Il mercato del cibo salutare e vegano é in rapida espansione e difficilmente conoscerà crisi.